
NO TAV, ‘WHATEVER IT TAKES’
The ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.
Mario Draghi
Draghi. Bel cognome forte, appaiato a un nome da vicino di ballatoio. Voce gentile e una compostezza un po’ mortifera, da preside tornato ad ammazzare l’autogestione. La stampa ha fatto di te il deus ex machina della nostra disastrata situazione politica, l’uomo giusto nel posto giusto al momento giusto, il keynesiano che ha studiato dai gesuiti, il banchiere di tendenze socialiste. Conoscendo l’uomo si comprendono le azioni e si prevedono pure. Perciò, Mario, ci sei stato presentato un po’ alla Biden, con tutto il tuo severo arsenale biografico. Primo di tre fratelli con Andreina e Marcello, orfano di padre a 15 anni e di mamma a 19.
Incalzato da Hank Paulson, hai definito un privilegio il confronto con una generazione così diversa dalla tua, quella di tuo padre, classe 1895. Il tuo profilo è stato allora giustapposto alla figura di Enea che porta Anchise sulle spalle: sei diventato patrono degli antenati, preziosissimo in un periodo in cui più di un mestierante della politica ha bollato gli anziani come ferrivecchi, condannandoli a crepare dietro le tende di plastica delle RSA—tanto non fanno girare l’economia, e l’INPS risparmia. Gli italiani dovevano avere erezioni e le italiane ovulare a destra e a manca per la grazia ricevuta: approdava a Chigi finalmente l’uomo del “Whatever It Takes”.

Era prevedibile, la virtù si piega alla necessità, a dettare la via sono quasi sempre compromessi a ribasso. In vita tua, Mario, avrai stretto la mano a qualche gentiluomo/donna e a molti pezzi di merda, magari senza neanche ben distinguerli, ché si camuffano bene; rimorsi e rimpianti ne avrai come noi, e penserai di tanto in tanto pure tu “Ma che ci faccio qui?” La Restaurazione dei Migliori è finita con le solite facce, i ministeri fuffa, l’estorsione ecologica di nome, ma di fatto? I vaccini non sono arrivati, i casini invece sì. Dalla Valle di Susa ha cominciato a tirare il vento, e i nonni dicono che il foehn porta malanni.
Infatti sono arrivati i NO TAV, che per i politici sono peggio del Covid.
“Whatever it takes”—WIT per coniare un altro acronimo—è proprio un bel mantra. Un mantra che la Valle conosce bene, perché “A sarà düra” l’ha anticipato un bel po’. La filosofia che li guida, Mario, è la stessa. Tu dichiari d’aver agito e d’agire per il bene di tutti, i NO TAV pensano che salvare la Valle abbia lo stesso fine. Siamo ai due capi del medesimo binario, per restare in tema: entrambi pensiamo in grande, entrambi guardiamo lontano, ma si va in direzione opposta. Ciascuno salva ciò che gli è caro con gli strumenti che ha, il coraggio e i limiti delle proprie idee.
Sono il nipote di due Carabinieri che la notte della guerra l’hanno attraversata tutta e non hanno voluto più saperne di riportare l’ordine eseguendo ordini folli. WIT. La Valle è lo spazio dove forze irrefrenabili incontrano oggetti inamovibili, come diceva qualcuno. Qui si combatterono i Franchi di Carlo Magno e i Longobardi di Desiderio, e oggi, facendo strage di luoghi e di nomi, è stato sorteggiato San Didero, che è la contrazione proprio del secondo. A Desiderio di Langres, che decapitato dai Vandali raccolse la sua testa e continuò a camminare, è dedicata la chiesa del paese. WIT post mortem.
Quando si dice che la verità sta nel mezzo s’intende il compromesso finale o l’impegno a cercarla?
Questa è la Valle delle abbazie, dei pellegrini, dell’ospitalità. Che la chiamino pure corridoio: chi casa propria la conosce a fondo avvisa sempre gli ospiti quando in casa non si corre. È casa nostra, questa. La Valle è un virus più longevo del nuovo, un malanno che da 30 anni toglie il sorriso ai frettolosi, li costringe a fermarsi, a guardarsi allo specchio, a impegnare la mente con idee dure come la pietra che rovesciano tutto, ridiscutono tutto. Non solo qui, ma dovunque. WIT. In questo utero fumante, in questa selva oscura, le vostre ragioni sono note, le conosciamo a memoria, sono sempre le stesse. Di contro, delle ragioni della Valle si sa poco o niente, si parla per sentito dire, si ride. E noi lì a spiegare.
Con ogni mezzo necessario: WIT. La parola “wit” in inglese descrive la capacità di usare le parole in modo acuto e creativo. Non solo, anche l’arguzia che occorre per sbrogliare una situazione di stallo. Quindi, Mario, porta gli occhi a Ovest, sotto questo cielo. Vieni come pellegrino, cammina fino a qui e alza lo sguardo al Rocciamelone e all’Orsiera, alla Sacra, alla Maddalena. Piegati non alla volontà dei nostri cuori, ma alle cime immacolate. Godi il privilegio di questa ancestrale sapienza; abita con noi questo dono, anziché ferirlo. Chiunque muova guerra alla Valle sa che siamo pronti a fare qualunque cosa per custodire i nostri dei. E credimi, Mario, anche questo basterà.
NO TAV, WIT.
* Il murales in copertina si trova lungo la SS 25 superata Villar Focchiardo, prima del ponte sulla Dora. I lavori degli artisti di “WallSusa” meritano una gita tanto quanto i parchi e le abbazie!
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