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LA DISTANZA NECESSARIA. “IL BARONE RAMPANTE” TRA ARTE E TERRA

Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco…

ITALO CALVINO


SOSPESI SULL’ELCE

Ci troviamo ad affrontare la quotidianità e gli affetti con il metro in tasca. Fare spazio, porre una distanza tra sé e il mondo, è diventato necessario. Tuttavia, quello che ne Il barone rampante di Italo Calvino si configura come gesto di ribellione, in noi è adempimento di una regola a garanzia della salute di tutti. Per 100 giorni abbiamo vissuto a qualche metro da terra, sospesi sull’elce in attesa di tornare alla normalità.

La distanza scelta da Cosimo, al contrario, si rende via via “necessaria per guardare bene la terra”. Il barone d’Ombrosa fa sua una prospettiva organica, una vista a volo d’uccello che gli consente di riscrivere i canoni di normalità, di accordarli alla propria natura. Così anche noi, abbracciando ritmi diversi, ridefinendo la routine, abbiamo decostruito la norma. Non a caso ora si parla di un mondo pre e post Covid-19.

Italo Calvino a New York


UNO SGUARDO NUOVO

La pandemia ha riconfermato due grandi insoluti. Innanzitutto la carenza di tutele per il mondo dello spettacolo e gli operatori culturali, ai quali, in assenza di alternative a breve termine, è stato proposto di reinventarsi con degli impossibili surrogati digitali. Poi i dati ambientali, fagocitati dalla narrazione della “rivincita della natura che si riprende i suoi spazi” e archiviati senza troppe esitazioni per riavviare la macchina economica.

Italo Calvino sottolineò il valore della letteratura di “dare voce a ciò che è senza voce, […] a ciò che il linguaggio politico esclude o cerca di escludere”. Con La distanza necessaria. “Il barone rampante” tra arte e terra indugeremo sull’elce accanto a Cosimo, scrutando il paesaggio con i suoi occhi per intuire prospettive e parole solitamente relegate alle periferie silenziose dove gli abusi si consumano.

Il mondo di Cosimo


TEATRO E TEORIA

Leggeranno i passaggi del romanzo, uno al giorno, attori e doppiatori impegnati in progetti per il bene comune, divulgazione e teatro di narrazione, raccontando come, con il loro lavoro, danno voce a ciò che non ha voce. Incastonati fra le letture, gli interventi di accademici, filosofi e attivisti ambientali imbastiranno un dialogo tra arte e terra, teatro e teoria, che condividono la stessa etimologia: théa, vedere.

Pur ribadendo il merito delle innumerevoli maratone letterarie cui abbiamo assistito nei mesi scorsi, questa rilettura corale de Il barone rampante non ha lo scopo di intrattenere quanto di informare con un progetto narrativo transmediale. Di illuminare, guardando dal cielo, ciò che è possibile soltanto sulla terra, restituendo la distanza necessaria che occorre ai pensatori per cucire una tesi e agli artisti per creare simboli.

Da lunedì 15 a lunedì 29 giugno, sul sito web e la pagina Facebook di Storyterrae, un branco narrativo ripercorrerà l’avventura di Cosimo prestando la voce ed il cuore a una meditazione che vuole mettere in discussione l’eterno ritorno a una normalità spensierata e ingiusta nei confronti di molti, umani e non umani, e dar spazio a relazioni che proteggendo la distinzione reciproca ci uniscono, annullando ogni distanza.

#LaDistanzaNecessaria #Storyterrae


Letture Sara D’Amario, Valentina Veratrini,Cristian Zinfolino, Valerio Sirnӓ, Cosimo Morleo, Alfredo Alpe, Matteo Gramola, Giovanni Beretta, Valentina Viecca, Antonella Delli Gatti, Anna Redi, Beatrice Mencarini, Alex Liistro, Licia Di Pillo, Laura Curino

Interventi Serenella Iovino (University of North Carolina), Fabio Vittorini (IULM), Simona Bonelli (Università di Torino), Rosy Battaglia (Cittadini Reattivi), Massimo Angelini (Pentàgora Edizioni)

Illustrazione Luce di Dalia Del Bue

Arrangiamento di Ombra mai fu di Georg Friedrich Händel di Luca Benedetti

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