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LA TERRA

Estate, una mattina
svegliato da canzoni familiari
dalle feste dei miei cani
dalle voci di mia madre e di mio padre.
Penserò più tardi ai compiti da fare
dopo i giri in bicicletta
le spalle bruciacchiate.
Verranno i temporali e
la stilografica
dipingerà i ruggiti delle nubi.
Cercherò l’odore della pioggia
arriveranno lucciole
e ranocchie nel cortile.

Ciò che c’era non c’è più
prosegue tuttavia.
Il buio, l’impossibile
solca le guance.
Guardi chiudersi la terra
e torneresti, agiresti, rifaresti.
Cogli quel che è
quel che hai, quel che viene.
Non trovi più una famiglia
piegata:
un altro modo di guardare.
Come è andata perde peso
e più non conta, svapora.

Altro germoglia
nella terra onnipotente.
La vita serba
sorrisi giochi e scherzi
che stringi tra le mani.
Nostalgia non nutre
né il sogno
irradierà parole nuove.
La terra attende una zappa
dei semi e un po’ d’amore:
un bimbo che corra
nel profumo della pioggia.

Le radici sono qui
ma il fusto
s’alza al cielo.