
CICALE
Le cicale danno voce
alla tua città.
Son sui pini
fuori la stazione
tra le case e nei cortili.
Per me troppo rumore
per me chiasso, frenesia
bellezza
ma scomposta.
Dicevano le suore:
son due le vie del mondo
Natura e Grazia.
La Natura freme e romba
nella tua città
brama fare, vedere
vivere, scoprire
compiacersi, compiacere
andare oltre, a cose
sempre nuove.
La Grazia tace e osserva
preferisce ascoltare
riflettere, indugiare
riposare sulle cose
vecchie e nuove;
si fa da parte umile
si lascia dimenticare.
Non c’è via da prendere, per me
che l’altra non includa.
Nella mia città non cantan le cicale.
Fuori la stazione
i grilli annunciano la sera.
Perciò penso: laggiù
tutto un cicalare.
E penso: quaggiù
ci culliamo nel frinire.
Chi può dire
cosa siamo
se non chi ha dato vita
a Natura e Grazia?
Sogneranno i grilli
dormiranno le cicale
l’estate sarà andata
ogni preghiera detta
ogni parola esatta.
E noi? Che farà di noi
l’autunno?
Fermo.
Pensa e canta.